Il LiDAR è un sensore Laser, che rileva la distanza relativa tra il target e il sensore, in abbinamento con una piattaforma IMU (GPS+INS) che permette la georeferenzazione 3D dei suddetti punti.
Scansionando la superficie, viene creata una nuvola di punti che discrimina i punti relativi al terreno (DTM) e quelli relativi agli “oggetti” presenti sul terreno (DSM).
I dati ricavati con i rilievi LiDAR forniscono le informazioni fondamentali per rappresentare puntualmente la morfologia delle aree a pericolosità idrogeologica.
Sono perciò un supporto fondamentale per le attività di modellazione idraulica, per la perimetrazione delle aree di potenziale esondazione dei principali corsi d’acqua, e per la modellazione idrologica e di individuazione delle aree maggiormente esposte a pericolo in caso di eventi alluvionali.
Inoltre, i modelli possono essere utilizzati anche in campo forestale, viario e nella progettazione di massima di opere pubbliche, ecc..
Tra il 2008 e il 2009 il Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare ha eseguito una campagna di rilevamento topografico che ha interessato la maggior parte del territorio italiano. Questa campagna è stata effettuata con la tecnologia LiDAR.
Il Ministero ha reso disponibile i dati LIDAR a chi ne avesse necessità e qui di seguito ti dico come poterli avere.
Ho avuto modo di manipolare dati LiDAR sottoforma di nuvola di punti. Questi dati, che generalmente si trovano in formato .xyz (formato testuale), sono del MinAmbiente . Ogni file equivale ad una tavola.
Il formato .xyz si importa in QGIS come “Layer di testo delimitato”: troviamo questa opzione nel menù “Layer”.
In “Nome file” (1) inseriramo il file .xyz, in “Campo X” (2) la longitudine mentre in “Campo Y” (3) la latitudine. Nel caso della nuvola di punti del ministero dell’Ambiente la longitudine è nel field 1 mentre la latitudine del field 2. La quota si trova nel field_3. Per quanto il “SR della geometria” inseriamo WGS84.
Una volta importato il file l’ho convertito in shapefile, cambiandogli il sistema di riferimento in WGS84/UTM zone 33N (epsg 32633) dato che ricade in una zona della Calabria.
A questo punto ho usato il plugin “Interpolazione” ho creato un TIN. Per questa fase ho usato il procedimento consigliato da Massimiliano Moraca in questo suo post.
Ho creato i TIN di diverse tavole delle quali ho fatto “Merge” al quale ho assegnato una scala di colore. Il merge di un raster si esegue con la funzione Fondi(merge) che si trova nel menù Raster, Miscellanea. Il risultato è l’immagine sottostante.
In questo immagine si nota la frana del Monte Costantino (San Luca, RC) che ha formato il Lago degli Oleandri nel gennaio 1973.
Il dettaglio del TIN è veramente impressionante: si discriminano molto bene la vegetazione e i canali di ruscellamento della Fiumara (un torrente di tipo braided) Bonamico.
Per approfondire il tema trattato in questo post ti consiglio queste letture: