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La valle delle grandi pietre è una delle zone più affascinanti e suggestive di tutto l’Aspromonte.
Si trova a pochi chilometri dal centro abitato di San Luca, nel versante orientale del massiccio aspromontano.
Questa valle è caratterizzata dalla presenza di imponenti monoliti: Pietra Cappa, Pietra Lunga, Pietra Castello e le Pietre di Febo, che si trovano nel comune di San Luca (R.C.), e le Rocche di San Pietro che si trovano nel comune di Careri (R.C.).








La Valle delle Grande Pietre è anche uno dei geositi dell’Aspromonte Geopark UNESCO.
La geologia della valle delle grandi pietre
I monoliti della valle delle grandi pietre appartengono, da un punto di vista geologico, alla Formazione di Stilo – Capo d’Orlando. Questa formazione geologica è la più importante ed estesa formazione sedimentaria dell’Arco Calabro-Peloritano. Essa si estende dalla Calabria centrale ionica sino ai Monti Peloritani in Sicilia. Essa è stata definita da Bonardi et alii (1980) come la successione sedimentaria compresa tra le unità tettoniche del basamento cristallino e le Argille Varicolori.
La Formazione di Stilo – Capo d’Orlando è divisibile in un membro inferiore ed in un membro superiore e ha un età compresa tra l’Oligocene sup. e il Burdigaliano.
Il membro inferiore è essenzialmente conglomeratico – arenaceo (unità di Zomino e unità di Pentedattilo secondo Sonnino, 1997) ed è costituito da depositi continentali (fluviali, palustri, lacustri, conoidi alluvionali) e da depositi di transizione (di spiaggia e deltizi) (Dominici & Sonnino, 2009), molto bioturbati (Caruso et alii, 2010).
Il membro superiore è rappresentato da una successione pelitico-arenacea o pelitica (unità di San Nicola e unità di Bova secondo Sonnino, 1997), schiettamente di ambiente marino, di relativa bassa profondità, anche se sempre sotto la profondità dell’influenza delle onde (Sonnino, 1997; Dominici & Sonnino, 2009). Normalmente questi depositi sono intensamente bioturbati.
I due membri sono spesso separati da un livello di brecce. Ad esempio ad Agnana Calabra i due membri sono separati da un livello di brecce caotiche, potente circa 2 metri (Dominici & Sonnino, 1999; Dominici et alii , 2001).
Le leggende che avvolgono la valle delle grandi pietre
Questi monoliti sono avvolti da leggende suggestive, sia di natura religiosa che di natura esoterica.
Ad esempio l’origine di Pietra Cappa è avvolta da qualche leggenda.
Secondo una Cristo e i discepoli, mentre predicavano la parola di Dio, arrivarono anche ai piedi dell’Aspromonte dove fecero penitenza raccogliendo alcuni pesanti massi che il Nazareno tramutò in fumanti pagnotte. Solo Pietro con un piccolo boccone, come punizione per aver trasportato una piccola pietra. Lo stesso Pietro, rammaricato per il proprio errore, volle che quella pietra restasse lì a ricordo della sua malizia e sfiorandola con un dito la fece diventare talmente grande da ricoprire il terreno intorno.
L’apostolo, una volta diventato il custode del cielo, nell’enorme macigno decise di imprigionare per l’eternità la guardia che schiaffeggiò Gesù davanti al Sinedrio, i cui colpi contro la roccia e le grida di dolore vengono sentiti ancora oggi dai pastori e dai passanti.
Pietra Cappa ha un ruolo rilevante nel mistero dei Cavalieri Templari. Secondo alcune leggende, Reggio – oltre ad essere la patria della Decima Legione Fretense (tra le cui fila militavano Longino, il legionario che trafisse con la lancia il costato di Cristo e il funzionario Lucius Artorius, ossia il vero re Artù, e numerosi crociati dai quali ebbero origine i cavalieri di Malta) che trafugò i tesori del tempio di Gerusalemme – fu anche il punto di partenza dei monaci che fondarono l’ordine di Sion, i quali ebbero la rivelazione del Graal, la simbolica coppa del sangue di Cristo, proprio a Pietra Cappa. E qui, nelle sue misteriose ramificazioni che arriverebbero sin nelle viscere della terra, si sarebbero nascosti, i Cavalieri del Tempio, rendendo Pietra Cappa ancora più enigmatica e affascinante.
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